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“La Procida che Vorrei” non sarà influenzata da dinamiche di retrobottega

dino ambrosino4di Dino Ambrosino

Lo scenario politico locale, in attesa delle elezioni amministrative di Primavera, offre tante incognite ed una certezza. Le incognite riguardano il destino dell’Amministrazione in carica e dei suoi sostenitori. Al di là delle candidature annunciate e non ancora ufficializzate, appannate da un lento logorio e dalla difficoltà di raccogliere adesioni, c’è un continuo rimestare tra gli addetti ai lavori che non riescono a trovare una soluzione. Da una parte la posizione di Muro che questa volta non ha fatto breccia, dall’altra la resistenza del Sindaco Capezzuto asserragliato nel suo fortino, da ultima la timida iniziativa del vice-sindaco De Candia che si è guardato bene dal rassegnare le dimissioni per continuare a giocare la sua partita all’interno del centro-destra. Potrebbero uscirne tre liste o addirittura ancora una, con la proposizione di un nuovo candidato che non faccia sentire nessuno sconfitto. Una fine ingloriosa, in ogni caso, per una compagine che amministra Procida da trent’anni e che con questa confusione ammette palesemente il proprio fallimento.

La certezza cui accennavo, riguarda il nuovo progetto politico “La Procida che Vorrei”. Nato in continuità con il lavoro di Insieme per Procida, sostenuto dal Partito Democratico e dal gruppo civico Procida Insieme, è un contenitore aperto a tutte le realtà che intendono lavorare per un’alternativa politica  capace di governare e gestire bene i problemi ordinari dell’isola. Il suo momento più delicato, ma al tempo stesso più esaltante, lo ha vissuto organizzando per la prima volta  a Procida le Primarie del candidato Sindaco. Col senno del poi, tanti stanno dando per scontati la buona organizzazione e l’esito dell’evento. Ma chi lo ha vissuto ha conosciuto le difficoltà che sono state vinte e gli ostacoli superati, grazie alla dedizione di un gruppo di persone che ha messo gli interessi di tutti dinanzi a quelli dei singoli. Sfidando il rischio di un clamoroso autogoal, la “Procida che Vorrei” è riuscita a conseguire un grande successo coinvolgendo 1.325 cittadini in una iniziativa politica. La determinazione che ha portato al risultato, il coraggio dei candidati che si sono messi in discussione, alla fine hanno dimostrato che anche a Procida possono riuscire bene tutte le iniziative, purché ci si creda e si lavori per realizzarle.

Di fronte a questo spirito, all’entusiasmo suscitato col coinvolgimento di tanti giovani, appaiono davvero poca cosa le riunioni politiche di salotto. Pienamente legittime, sia ben chiaro, ma ben lontane dal modo di vivere la cosa pubblica di chi si vuole proporre in alternativa. Non sono tra quelli che demonizzano l’ultimo intervento sull’isola dell’on. Cozzolino, che in quanto candidato alle ipotetiche primarie regionali batte legittimamente il territorio in cerca di sostegno. Ma questa iniziativa è ben altra cosa rispetto al percorso de “La Procida che Vorrei” e alle determinazioni del locale Partito Democratico. Se mai per le Regionali non si troverà un candidato Presidente di sintesi, se mai si faranno le Primarie, se mai Cozzolino le vincerà e se mai il vice-sindaco De Candia sarà candidato in una di quelle liste di appoggio del Presidente, chi vorrà potrà seguirne il percorso. Escludo tuttavia che il Gruppo “La Procida che vorrei” e le sue varie componenti politiche e sociali possano subire influenze da queste dinamiche “esterne” (e di retrobottega),  anche perché è tra noi condiviso il principio che l’alternativa credibile si costruisce attraverso percorsi trasparenti e di vero cambiamento.

Ben altro atteggiamento avremo se ci vorranno essere contributi al lavoro del gruppo: chiunque è ben accetto, a patto che senta propri i valori e le poche regole che valgono per noi tutti.

Prima cosa l’impegno e il lavoro, nulla si dà per scontato, le decisioni importanti si prendono in assemblea: insomma, si cambia per davvero.

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