Nell’esaminare la profonda e acuta crisi in cui versa la società contemporanea appare interessante mettere in risalto lo stato di salute dell’essere spirituale “di una comunità in cui si vive”. Ebbene, prendendo come spunto di riferimento la nostra bella isola michaelica, da alcuni episodi accaduti proprio nel campo di riferimento della “spiritualità” cioè quello religioso, si resta alquanto sconcertati. Infatti nell’ambito della processione dell’Arcangelo Michele gruppi settari, avallati, nel tempo storico, dal medesimo ordinamento ecclesiastico, hanno assunto, in modo eclatante, atteggiamenti di puro feticismo, lontani anni luce dalla genuinità del sentimento religioso. Parimenti si ha notizia di una incredibile raccolta di firme in cui si chiede la sostituzione del sacerdote della propria Parrocchia in quanto non corrisponde ai desiderata di ciascuno dei firmatari, rasentando anche la discriminazione razziale, visto che è un prete dell’altra parte del Mondo, cioè quella realtà latino-americana da cui proviene Papa Francesco. Pertanto questi accadimenti denotano come una parte consistente della popolazione vive, utilizzando una raffigurazione platonica, nelle caverne del gretto egoismo in cui ciò che dovrebbe essere bene comune, solidale, di ampia e universale partecipazione, diventa roba esclusivamente propria come ci ricorda il “Mastro don Gesualdo” di Verga. E qui bisogna che, il vissuto politico, ecclesiale e sociale nella sua interezza, prenda coscienza della propria estrema debolezza e scarsissima testimonianza nel trasmettere il senso e il significato di vivere una vita serena, la quale non può prescindere dalla disponibilità degli uni con gli altri. Infatti per capire che il nostro comune esporsi alla precarietà non è altro che la condivisione della possibile uguaglianza e dell’obbligo reciproco a mettere su i semi di una visibilità che rende accettabile l’esistenza del singolo e della comunità.
In tal senso è auspicabile che le istituzioni politiche, scolastiche, ecclesiali e sociali comprendano la necessità di applicarsi, non separatamente, alla costruzione di una riforma culturale e coscienziale che alimenti il viaggio verso le proprie modalità di essere, oggi alquanto sbiadite.
Ciao Michele, mi sembra impossibile che si possano raccogliere firme per la sostituzione del parroco in questione e di cui si comprende il nominativo….. è forse perchè nelle sue omelie è molto schietto e dice pane al pane e vino al vino e forse vive la sua missione così come va predicando da 100 giorni il nostro caro ed amato Sommo pontefice papa Francesco? se fosse così , beh che Dio ci liberi da tali farisei ….. sono forse ancorati a tante e vetuste tradizioni che nulla hanno a che vedere con il puro sentimento religioso anzi con la FEDE!