massimiliano marazzi
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Vivara.16 | Archaeology Camp. Intervista a Marazzi

massimiliano marazziVivara.16 | Archaeology Camp. Formazione e ricerca scientifica per la valorizzazione del patrimonio culturale dell’isola. Un esempio concreto.
In occasione della chiusura dell’attività di formazione estiva e ricerca scientifica condotta sull’Isola di Vivara e nei laboratori dell’area espositiva TERRA abbiamo chiesto al Prof. Massimiliano Marazzi, direttore scientifico della missione e archeologo che dal 1975 dirige gli scavi archeologici su Vivara, di raccontarci i risultati della recente iniziativa e gli sviluppi che è lecito attendersi dal proseguimento di questa attività.
Quest’anno il tema della scuola estiva è stato:
“Archeologia e Beni Culturali di terra e di mare. La pratica dello scavo archeologico e le nuove tecnologie di studio, documentazione ed esibizione”.
Il nodo italiano E-RIHS – European Research Infrastructure for Heritage and Science e l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, d’intesa con il Comune di Procida e con la partecipazione di altri Atenei e Istituti di tutela e di ricerca europei nel settore dei Beni Culturali, e in partenariato con la Lega Navale Italiana – Sez. di Procida, hanno deciso di affiancare alle annuali attività di scavo e studio sull’isola di Vivara, un’iniziativa di carattere formativo che permetta a discenti italiani ed europei di conoscere e sperimentare, in stretto rapporto con le procedure di uno scavo archeologico sia di terra che di mare, un ampio ventaglio di tecniche collegate con la documentazione, l’analisi diagnostica e le strategie di rappresentazione e fruizione di un comprensorio mediterraneo.
Queste vanno dalle più avanzate applicazioni nel settore della rilevazione 3D (anche subacquea), alle possibilità di analisi diagnostiche non invasive dei reperti, fino alla coniugazione delle pratiche tradizionali di restauro e disegno dei materiali con le nuove forme di documentazione e monitoraggio.
E’ bene ricordare che il grande interesse scientifico è dato dal fatto che le isole di Procida-Vivara hanno ospitato uno dei centri più antichi nell’ambito dei commerci marittimi che collegarono la Grecia micenea con le regioni del Mediterraneo occidentale. Le tracce dell’insediamento dell’età del Bronzo (XVII-XV sec. a.C.) sull’isola di Vivara e quelle dell’antico porto-approdo, oggi sommerso a una profondità di ca. 14 metri sotto il livello del mare, sono oggetto della ricerca archeologica da diversi decenni. Il cantiere di scavo di Vivara si configura come un tipico scavo protostorico di tipo “fragile“, strettamente collegato con le complesse vicende geologiche che hanno caratterizzato l’intero comprensorio.

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