Procida: chi inizia a “Rompere un circolo vizioso”?

di Domenico Scotto di Minico e Francesco Lubrano

Uno dei problemi più grossi che impedisce a Procida di decollare è …… che tutti parlano e nessuno è disposto a fare il primo, vero, serio ed imprescindibile passo verso quel decantato “tutti insieme per uscire dal guado”.

Forse chi non ha letto l’editoriale di “Espressioni procidane” n° 19, si starà chiedendo quale sia il riferimento. Intanto vi invitiamo a comprarlo perché crediamo sia importante sostenere queste realtà che appartengono al nostro paese, come invitiamo a comprare anche il “Procida Oggi” pur non condividendone a pieno la “direzione”, a seguire in rete ProcidaTv come il nostro blog Procida.Blogolandia.it ed a sostenere e seguire la miriade di associazioni  e realtà locali che sono al servizio del territorio e del bene comune (ci scusiamo con chi, non nominato, si dovesse sentire erroneamente escluso).

Detto questo preghiamo i responsabili di queste realtà a ragionare per “assurdo” in base a quanto da loro pubblicato, detto, espresso in questi termini. Ci siamo sempre chiesti il perché ci fosse il bisogno di distinguerci e creare il nostro orticello per esprimere i diversi punti di vista e le diverse ideologie. In prima persona ho provato questa esigenza creando uno spazio, dopo la chiusura (per me opinabile) del Forum di Procida che a volte ho utilizzato per esprimere alcune opinioni, come tante altre persone. Un esperienza che mi ha fatto capire molto e che a avuto il suo naturale termine per la mancanza di evoluzione che invece mi sarei aspettato, perché l’esigenza non era tanto quella di esprimere delle opinioni (pur importante), ma quella di confrontarsi con opinioni diverse.

La cosa si dimostro impossibile, perché alla fine il forum prese una direzione ben specifica, nella quale non c’era possibilità di sviluppo, perché, pur essendo un potente mezzo, aveva ed ha ancora una quantità di limiti dovuti a svariati fattori, in primis l’impossibilità di articolare il confronto al di fuori dello spazio virtuale creato e quindi di concretizzare le idee. I pochi disposti a farlo, pur vero che non ne hanno avuto le possibilità materiali, si sono dimostrati quantomeno inadeguati, io in testa. Ma dagli errori si impara sempre una lezione che aiuta a crescere.

Da ormai moltissimo tempo usiamo con convinzione assoluta alcune parole, fin tanto da scatenare, in alcuni, eccessi nervosi. Le parole fondamentali sono: condivisione e confronto, che abbiamo usato anche attraverso altri termini che fondamentalmente esprimono gli stessi concetti. Pur sostenendo, tutti o quasi, questi concetti basilari, si riesce a creare uno spazio condiviso solo in parte,  si crea un nuovo orticello ma niente che aggreghi le differenti realtà.

In pratica da questo blog vogliamo lanciare un appello, si potrebbe definire una sfida. Chiediamo a queste realtà di operare fattivamente per quanto espresso, cioè di concretizzare la volontà di condivisione e confronto, creando quello che potrebbe rivelarsi uno strumento fattivo del cambiamento tanto decantato.

Riprendendo il concetto espresso in precedenza, pur essendo materialmente fallaci, le idee “rivoluzionarie” non ci sono mai mancate. Prendetelo come un progetto da realizzare a piccoli passi, come idea sovversiva o magari come una provocazione, l’unica cosa che chiediamo e considerare e ragionare sulle possibilità e potenzialità di quanto segue.
Non a caso è stato fatto il riferimento iniziale ad “Espressioni procidane”. Ricordo infatti ancora la nostra perplessità per la nascita di un’altro giornale Procidano, ciò voleva significare che c’era ed evidentemente c’è ancora l’esigenza di creare un qualcosa di diverso invece di sfruttare quello che già era nelle nostre mani, o magari l’impossibilità di “usare” questa risorsa già esistente perché gestita senza aperture, e quindi, aggiungerei, senza possibilità di sviluppo.

Attenzione però, deve essere chiaro che la nostra non vuole essere una critica sterile ma solo uno spunto. Mettiamo che i diversi giornali esistenti decidessero di condividere risorse, archivi, idee, articoli e quant’altro, secondo voi potrebbero giovarne tutti? Ad iniziare dai lettori magari? Certo non crediamo possibile e realistico che così differenti realtà si fondano in un’unica entità immediatamente equilibrata e vincente.

Ma crediamo fermamente che possa essere intrapreso un percorso che, passo dopo passo, porterebbe enormi giovamenti a tutta la comunità. Pluralismo non può significare necessariamente la disgregazione delle forze, non significa avere 4 o 5 giornali locali, ma averne uno solo in grado di esprimere e dar voce a tutte le parti in causa, nel rispetto delle singole posizioni e del confronto nelle quali il lettore cittadino possa identificarsi e letteralmente sentire le diverse campane per creare da solo la propria opinione guardando i fatti, le opinioni, le idee di chi scrive, in una parola “giudicando”.

Nel linguaggio filosofico, il termine pluralismo, in antitesi a monismo, definisce la concezione del mondo in base alla quale la realtà non è composta da un’unica sostanza originaria, ma da una pluralità di elementi. In seguito, nella saggistica politica e sociologica, pluralismo è venuto a designare l’idea, divenuta ormai senso comune, che la vita sociale è più ricca, più creativa, più sicura se gli interessi, i valori, le credenze religiose, i saperi sono molteplici e variegati. di Dino Cofrancesco (Treccani.it)

Chi esprime la propria opinione non dovrebbe aver paura di essere giudicato, anzi la curiosità e la crescita sta proprio nel tener conto dei giudizi negativi che ci vengono mossi più che in quelli positivi. Ma dell’erroneo uso di termini come “giudicare” o magari “coerenza” potremmo scriverne in altri articoli.
L’esempio riportato è solo uno dei processi che potrebbero realizzarsi per aggregare le tante singole realtà locali, non in un unico calderone, ma in una reale struttura di rete con evidenti ed innegabili giovamenti. Credo che il concetto espresso, se pur con evidente difficoltà dialettica, sia chiaro.

Chi non vuol capire, sicuramente, non capirà, ma chi ne comprende a pieno l’evidenza non potrà prescindere, quantomeno, dal discuterne. Noi semplici cittadini giudicheremo anche in base alla disponibilità di queste realtà nel condividere un progetto più ampio ed articolato in cui siamo tutti utili e nessuno indispensabile.

Intanto possiamo constatare con molto piacere che un primo importante passo è stato compiuto in questa direzione.

Infatti come scrivevamo su questo blog, in un articolo firmato dalla POIESIS e pubblicato anche sul quuotidiano locale Il Golfo, l’ex chiesa di San Giacomo diviene la “casa delle associazioni procidane” a partire da maggio. Sarà un luogo in cui le associazioni isolane, trovandovi strutture e strumenti adeguati, potranno interagire al fine di poter esprimere la propria particolare vocazione ed ispirazione finalizzate all’utilità sociale.

La ‘Casa delle Associazioni’ nasce con l’obiettivo di costituire un coordinamento tra le varie associazioni presenti sul territorio offrendo loro anche le strutture necessarie per l’espletamento delle proprie attività. Si realizzerà così il tanto agognato punto d’incontro tra le associazioni e tra loro e la cittadinanza. Le Associazioni procidane hanno voluto incontrarsi, ritrovarsi nell’aiuto e nel sostegno reciproco per costruire un nuovo futuro dell’Isola, in un Progetto di ampio respiro…

Auspichiamo quindi, ma questo è sopratutto un augurio e una speranza, che la gestione e il coordinamento di questa struttura, che ad oggi è in capo al Comune, consenta l’utilizzo al meglio di essa dando spazio davvero a TUTTE le realtà procidane, anche attraverso una gestione comunitaria dell’ex chiesa di San Giacomo.

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